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2 agosto 2016

FINO AL 7 AGOSTO IL MERCANTE DI VENEZIA AL SILVANO TOTI GLOBE THEATRE DI ROMA



SILVANO TOTI GLOBE THEATREDirezione artistica Gigi Proietti22 luglio – 7 agosto ore 21.15lunedì riposo

IL MERCANTE DI VENEZIA


Regia di Loredana ScaramellaTraduzione di Loredana ScaramellaProdotto da Politeama Srl


Fino al 7 agosto ore 21.15 sul palco del Silvano Toti Globe Theatre va in scena IL MERCANTE DI VENEZIA (regia e traduzione di Loredana Scaramella) un testo che affronta il tema della tolleranza e dello scontro fra clemenza e giustizia. L’allestimento mantiene il carattere della commedia puntando sul racconto di una storia sull'amore e spostando l'ambientazione tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento.
Il Silvano Toti Globe Theatre di Roma è l’unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti.
Attivo il Globar.

Note di Regia
Money makes the world go around...”
Nelle molte versioni del Mercante di Venezia che

24 novembre 2015

TEATRO: AL GHIONE "LA TEMPESTA" CON GIORGIO ALBERTAZZI

fino al 13 dicembre
GHIONE PRODUZIONI presenta
La Tempestadi William Shakespeare
Giorgio Albertazzi foto di Tommaso Le Pera
con
Giorgio Albertazzi
MELANIA GIGLIO, SELENE GANDINI, FEDERIGO CECI, MARCO IMPARATO, MASSIMILIANO GIOVANETTI, MARIO SCERBO,
SIMONE CIAMPI, FRANCESCA ANNUNZIA, GIOVANNA CAPPUCCIO
Scene FABIANA DI MARCO
Costumi DANIELE GELSI
Riduzione e adattamento DANIELE SALVO
regia Daniele Salvo

La tempesta (The Tempest) è una commedia in cinque atti scritta da William Shakespeare tra il 1610 e il 1611. Il dramma, ambientato su di un'isola imprecisata del Mediterraneo, racconta la vicenda dell'esiliato Prospero, il vero duca di Milano, che trama per riportare sua figlia Miranda al posto che le spetta, utilizzando illusioni e manipolazioni magiche. Mentre suo fratello Antonio e il suo complice, il Re di Napoli Alonso stanno navigando per il mare, in ritorno da Cartagine, il mago invoca una tempesta 

Giorgio Albertazzi foto di Tommaso Le Pera

che rovescia gli incolumi passeggeri sull'isola. Attraverso la magia e con l'aiuto del suo servo Ariel, uno spirito dell'aria, Prospero riesce a tirare fuori la natura bassa di Antonio, a redimere il Re e a far innamorare e sposare sua figlia con il principe di Napoli Ferdinando. La narrazione è tutta incentrata sulla figura di Prospero il quale, con la sua arte, tesse delle trame in cui costringe gli altri personaggi  a muoversi.


Note di regia

L’uomo di oggi è confuso, disorientato, frastornato da persuasori occulti, anaffettivo, comprato da una società che lo ha divorato, digerito, trasformato in cieco consumatore e prodotto di mercato. A capo chino bruchiamo la porzione d’erba a noi assegnata e dai nostri occhi, gli occhi di un popolo antico, non trabocca più la Poesia, la Cultura, la forza del pensiero, la febbre dell’Arte.
La nave affonda.

Shakespeare inizia con quest’immagine la sua “Tempesta”, con l’immagine di una società che cola a picco, un luogo in cui un Re e la sua corte, dalle loro lussuose stanze interne alla nave, tentano invano di dettar legge agli elementi naturali, disposti a tutto pur di salvarsi la vita, offendendo i marinai esposti alla tempesta, ostentando la loro presunta onnipotenza di piccoli uomini politici in balìa delle onde.

Ma la tempesta, almeno in questo caso, è un’illusione, un artificio, una malìa teatrale organizzata da Prospero, il protagonista della pièce, che, come un direttore d’orchestra o un moderno regista, crea la realtà e la manipola a suo piacimento, intervenendo sugli elementi naturali. Tutti i protagonisti, nel nostro spettacolo, sono già morti, ma non lo sanno. La nave è affondata irrimediabilmente, come l’aereo del Mastorna felliniano.

Prospero si muove su una sedia a rotelle, come un moderno Hamm beckettiano, mosso dai suoi spiriti. Proprio dalla sua apparente fragilità fisica si sprigiona la sua imprevedibile Potenza, Potenza di pensiero e abilità esoterica incontrastabile.

Forse il vero ducato di Prospero, alla fine, resterà per sempre quella povera isola sospesa sul filo dell’orizzonte, luogo più reale del reale, non toccato dalla complessità della vita quotidiana, dall’arroganza della politica, dalla protervia degli intellettuali della corte, dalla compravendita delle cariche pubbliche, governato unicamente dal sogno e dall’illusione, un piccolo teatro in chiusura, sospeso nel nulla, sull’abisso.

Daniele Salvo 


info: Teatro Ghione, via delle Fornaci 37, 00165 Roma – tel. 06 6372294 – 06 39670340, fax 06 39367910 – info@teatroghione.it
Direzione artistica: Roberta Blasi
platea 25 eu, galleria 20 eu
replica con audiodescrizione per spettatori non vedenti o ipovedenti: 29 novembre
tutti i giorni, ore 21.00
 - Lunedi, riposo - 
Domenica, ore 17.00
25 e 26 Novembre, ore 17.00
- 3 e 8 Dicembre, ore 17.00

23 marzo 2015

ARTE: I VOLTI DELL'ALIENAZIONE

I VOLTI DELL'ALIENAZIONE
Disegni di Roberto Sambonet
Roma, Museo di Roma in Trastevere
25 marzo – 3 maggio 2015
Inaugurazione: martedì 24 marzo ore 18.00


Disegni di Roberto Sambonet tratti dal volume Della Pazzia (ed. M'arte, Milano, 1977) 

Oggi oltre 700 persone in Italia sono internate negli ospedali psichiatrici giudiziari. La loro definitiva chiusura è stata stabilita da un decreto, convertito in legge il 17 febbraio 2012, con scadenze via via prorogate. L’ultima data fissata è per il 31 marzo 2015 e la mostra I volti dell’alienazione sarà ospitata dal Museo di Roma in Trastevere proprio a cavallo della fatidica data (dal 25 marzo al 3 maggio 2015) per dare il proprio contributo a questa campagna di sensibilizzazione.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e al Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, da La Società della Ragione, onlus impegnata sui temi del carcere, della giustizia e dei diritti umani e sociali, con la collaborazione dell’Archivio pittorico Roberto Sambonet e di StopOPG, è a cura di Franco Corleone e Ivan Novelli e raccoglie 40 disegni e 70 studi dell’artista e designer milanese Roberto Sambonet.
Attraverso i ritratti che l’artista ha realizzato tra il 1951 e il 1952 nel manicomio di Juqueri, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, l’esposizione racconta e indaga il complesso fenomeno del disagio mentale.
Sambonet ha trascorso sei mesi nei reparti dell’ospedale, conducendo una sua personale ricognizione e ha ritratto gli internati in una serie di opere di grande intensità, a china e a matita, ma tutte capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti. Una sorta di viaggio di umana partecipazione, uno scavo nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che nel 1977 è stato raccolto nel volume Della Pazzia (M'Arte Edizioni, Milano 1977).
Qui l’artista accosta ai ritratti dei malati di mente testi di autori che nei loro scritti hanno affrontato e raccontato il tema della pazzia, come Allen Ginsberg, Dino Campana, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Edgar Lee Masters, William Shakespeare, Voltaire e altri.

Roberto Sambonet, nato a Vercelli nel 1924, è stato un importante pittore, designer e grafico. Si è formato all’Accademia di Brera e ha partecipato attivamente alla vita cittadina frequentando l’ambiente delle avanguardie artistiche che avevano come punto di ritrovo il bar Giamaica. Ha partecipato all’avventura del gruppo dei Picassiani con Cassinari, Morlotti e Treccani. Tra il 1948 e il 1953 si è trasferito in Brasile, dove il suo linguaggio artistico ha vissuto una maturazione molto importante che lo ha condotto verso quell’essenzialità della linea che divenne tratto fondamentale della sua opera, nella pittura, nella grafica e nella produzione di celebri oggetti di industrial design.
La mostra, già ospitata dalla Fabbrica del Vapore di Milano, dal Teatro Chille de la balanza di Firenze e dal Palazzo Municipale di Ferrara, in autunno sarà allestita a Pavia e a Trieste.

In occasione della mostra è stato pubblicato da Palombi Editori un catalogo illustrato con il contributo della società Cosmec.