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24 febbraio 2016

QUATTRO GRANDI ISTITUZIONI DELLA MUSICA SI UNISCONO

L’Italia della contemporanea: quattro istituzioni sinfoniche fanno sistema per la diffusione della musica del nostro tempo

Peter Eötvös


Filarmonica della Scala, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai unite in un progetto per la commissione di nuove opere sinfoniche
a compositori contemporanei.

Nasce una nuova forma di collaborazione tra quattro prestigiose istituzioni musicali nazionali per promuovere la musica in Italia: Filarmonica della Scala, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai si uniscono per commissionare e promuovere nuove opere sinfoniche a importanti compositori del nostro tempo.

Questa collaborazione è l’inizio di nuovo corso, che oltre a ospitalità reciproche tra le quattro orchestre all’interno delle rispettive stagioni, parte dalla condivisione di linee artistiche e programmatiche per l’individuazione dei compositori più interessanti del nostro tempo da far conoscere al grande pubblico. Allo stesso tempo le nuove opere commissionate vengono eseguite, in un breve arco temporale, da quattro differenti orchestre, favorendo la diffusione e il lavoro di interpretazione dei nuovi brani.

La scelta per il 2017 è ricaduta su Peter Eötvös, il direttore e compositore ungherese, all’apice di un’interessante carriera che lo ha accreditato tra le voci più importanti del panorama internazionale.

Capofila del progetto è la Filarmonica della Scala, che eseguirà la nuova composizione di Eötvös l’8 maggio 2017 per la stagione di concerti 2016/2017. Dopo la Filarmonica, il brano sarà presentato nella Stagione Sinfonica 2017/2018 della Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai a Torino (8 e 9 marzo 2018) e nelle stagioni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia all’Auditorium Parco della Musica di Roma (ottobre 2018) e del Maggio Musicale Fiorentino.

Eötvös non è sconosciuto al pubblico della Filarmonica, che dal 1998 ha commissionato nuova musica a compositori quali Ivan Fedele, Luca Francesconi, Salvatore Sciarrino, Luis de Pablo, Mauro Montalbetti e tanti altri. Già destinatario di una commissione nel 1999 (Replica per viola e orchestra, eseguita per la prima volta con Kim Kashkashian solista e il compositore alla direzione), Eötvös è tornato nel 2012 per dirigere il suo lavoro zeroPoints e nel 2015, ospite l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, con Speaking Drums e Martin Grubinger alle percussioni, eseguito anche a Roma.

Il rapporto di Peter Eötvös con l’Accademia di Santa Cecilia nasce nel 2001 quando l’Orchestra ceciliana, diretta da Eötvös stesso, esegue in prima nazionale il suo zeroPoints riproposto subito dopo alla Philharmonie di Berlino dove l’Orchestra è ospite per la prima volta. Del 2008 è il progetto di Santa Cecilia Pollini Prospettive dove Eötvös partecipa in qualità di direttore - sul podio del Klangforum Wien - al fianco di Maurizio Pollini. Nel 2011 Eötvös dirige l’Orchestra di Santa Cecilia nella prima esecuzione nazionale del suo Seven (Memorial For The Columbia Astronauts). Peter Eötvös tornerà a Santa Cecilia il 1 dicembre 2016 per dirigere, in prima esecuzione italiana, il suo nuovo lavoro dal titolo Senza Sangue, ispirato all’omonimo romanzo di Alessandro Baricco (in collaborazione con Roma Europa Festival).

La presenza di Eötvös al Maggio Musicale Fiorentino inizia nel 1975 in occasione del 38° Festival quando diresse con l’autore Karlheinz Stockhausen Herbstmusik nella sua prima rappresentazione italiana. Sempre come direttore Eötvös è tornato a dirigere il Coro e l’Orchestra dell’Opera di Firenze in due concerti nel settembre 1977 e poi è di nuovo salito sul podio del Maggio in occasione del 47° Festival nel 1984 quando sotto la responsabilità artistica di Luciano Berio è chiamato, in tre diverse occasioni, a dirigere sia la compagine di casa che l’ Ensemble Intercontemporain.

Il legame di Eötvös con l’Orchestra Rai è stato segnato dalla straordinaria prima esecuzione italiana di Atlantis, opera mastodontica, quasi un “kolossal” musicale per voce bianca, baritono, cimbalom, coro virtuale di sintetizzatori e orchestra, che il compositore ha diretto all’Auditorium Rai di Torino nel marzo del 2007. Un’esecuzione rimasta nella memoria di molti anche per la straordinaria disposizione in tutta la sala dei dieci percussionisti coinvolti, chiamati a rappresentare i dieci figli nati da Poseidone e Clito, fanciulla di Atlantide della quale il dio si innamorò, come racconta Platone. Tutte le forze dell’Orchestra Rai furono chiamate a raccolta per l’occasione, che prevedeva il coinvolgimento, tra gli altri, di 5 flauti, 5 oboi, 5 fagotti, 4 sax, 6 corni, 5 trombe, 5 tromboni, 2 tube, 2 arpe, oltre ai sintetizzatori, un pianoforte elettrico e un basso elettrico