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21 agosto 2016

LIBRI IN BLOG: gli autori Del Vecchio Editore al Festivaletteratura Mantova 2016: Gazmend Kapllani, Jane Urquhart e Jo Shapcott



Del Vecchio Editore 
 al
Festivaletteratura di Mantova 2016:
Gazmend Kapllani,
Jane Urquhart e Jo Shapcott


Lo scrittore albanese Gazmend Kapllani, con Breve diario di frontiera (traduzione di Maurizio De Rosa) Del Vecchio Editore, sarà al Festivaletteratura di Mantova mercoledì 7 settembre alle ore 15.30  insieme ad Alessandro Leogrande, autore di La frontiera a Palazzo Ducale – portico del cortile d’onore e il giorno successivo alle 14.45 alla chiesa di Santa Maria della Vittoria con lo scrittore svedese Fredrik Sjöberg per gli incontri dedicati al Vocabolario Europeo. Coordinerà Matteo Motolese.
  • Gazmend Kapllani racconta in Breve diario di frontiera, con umorismo nero, cosa significa lasciare il proprio paese per cercare un futuro migliore .

Per il momento vi basti sapere che non sono soltanto io a essere affetto dalla sindrome delle frontiere. Coloro che non hanno mai provato la smania di varcarne una o che non se ne sono mai sentiti respinti faranno fatica a capire di che cosa sto parlando. Infatti essere o meno affetto da questa sindrome è in gran parte anche una questione di fortuna: dipende da dove si nasce. Io sono nato in Albania”.

La romanziera e poetessa canadese Jane Urquhart, autrice di Qualche altro giardino, leggerà poesie e dialogherà con la traduttrice e curatrice del libro Laura Ferri giovedì 8 settembre presso il giardino di Casa Cazzoli alle 18.00.




  • Jane Urquhart è a Versailles. La rigorosa formalità dei giardini della reggia suscita in Madame de Montespan  la curiosità di scoprire come il re Luigi XIV possa esercitare un potere così dispotico e assoluto sulla natura e sulle persone .
  • Jo Shapcott, tra le voci più incisive della poesia inglese contemporanea, per la prima tradotta in Italia con il volume Della mutabilità, leggerà le poesie accompagnata daPaola Splendore che ne ha curato la traduzione italiana, sabato 10 settembre presso la chiesa di San Barnaba 19.00 nell’incontro dal titolo “Lasciate entrare l’Altro”.

Della mutabilità di Jo Shapcott mette in scena lo stato di insicurezza del corpo malato, il cambiamento e la fragilità umana, disegnando paesaggi fisici e psichici di valore universale con forte linguaggio sensoriale, senso ritmico, ironia e black humour.




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https://mycultureinblog.blogspot.it/2016/08/libri-in-blog-uscite-in-settembre-per.html

https://mycultureinblog.blogspot.it/2016/08/libri-arrivati-e-libri-in-arrivo-per.html

#FESTIVALETTERATURA
#LIBRI
#MANTOVA

1 marzo 2016

DEL VECCHIO EDITORE A MARZO 2016

  


Cosa bolle in pentola 
In un mix di inediti assoluti tra classici imprescindibili e nuove voci, tra febbraio e marzo 2016 ritorna Hilde Domin, con il terzo volume della serie a lei dedicata, Il coltello che ricorda, che presenta al pubblico italiano un compatto insieme di testi autobiografici, teorici e lirici che si commentano e presentano gli uni con gli altri rendendo evidente la compatta organizzazione del pensiero creativo e filosofico dell'autrice. 
Daniela Alibrandi in
Una morte sola non basta, ci regala l’affresco di trent’anni di storia sociale e culturale d’Italia, raccontato attraverso la lente di un grande e coinvolgente romanzo (neo)realistico.
Torna, poi, in edizione tascabile, la prima avventura del detective Ricardo Blanco, nato dalla penna dell’erede di M.V. Montalbán, José Luis Correa:
Quindici giorni di novembre.
Il coltello che ricorda
Hilde Domin è una delle voci poetiche più significative della seconda metà del Novecento e, negli anni Settanta–Ottanta, una figura centrale nella discussione letteraria tedesca. Nel 1987, in occasione del suo settantacinquesimo compleanno, Fischer dà alle stampe la raccolta Gesammelte Gedichte (Poesie in raccolta). La selezione, curata dalla Domin stessa, comprende una nutrita scelta di poesie scritte tra il 1951 e il 1985, tratte dalle raccolte già pubblicate con l’aggiunta di alcuni testi inediti o comunque fino ad allora difficilmente
reperibili. Gesammelte Gedichte viene pubblicata in concomitanza con il ciclo di lezioni di Francoforte tenute da Hilde Domin (1987/88), a cui dà il titolo La poesia come momento di verità. In seguito, la poetessa darà alle stampe la raccolta Eppure l’albero fiorisce, ultima delle sue antologie poetiche e una versione rivista di Ti voglio, nel 1995. In questo volume, il terzo della serie che Del Vecchio Editore dedica alla poetessa, si dà conto degli sviluppi letterari di Hilde Domin negli ultimi anni della sua attività poetica, presentando al pubblico italiano un compatto insieme di testi autobiografici, teorici e lirici, che si commentano e presentano gli uni con gli altri rendendo evidente la compatta organizzazione del pensiero creativo e filosofico di Hilde Domin. Al centro della riflessione restano e si fanno più nitide la potenza della parola poetica e l’incitamento al coraggio civile, che è innanzitutto la capacità di uscire dagli schemi e accettare la propria umanità aprendosi all’incontro con l’altro: «Solo colui che è crocifisso/ le braccia/ spalancate/ dell’Io–sono qui».
HILDE DOMIN, Il coltello che ricorda
 ISBN: 9788861101258
Pagine: 480
A cura di Paola Del Zoppo
Una morte sola non basta
Roma, anni Cinquanta. L’Italia si sta lasciando alle spalle l’orrore della guerra, e si avvia a grandi passi verso gli anni del boom economico. Due uomini si incontrano su una panchina dell’ospedale San Camillo. Due storie si incrociano per pochi minuti per poi proseguire parallele e distanti. Anni Settanta. Il sogno del “miracolo italiano” lascia il passo alle contraddizioni e ai fermenti della rivoluzione sociale e dei movimenti giovanili. Due ragazze, poco più che adolescenti, si conoscono. Segnate, ognuna a sua modo, dalla violenza e dal silenzio di chi avrebbe dovuto proteggerle, continuano a collezionare errori e profonde delusioni. Nell’amicizia che si instaura, riconoscono entrambe la possibilità di un reciproco riscatto, che porterà a un epilogo imprevedibile. Sullo sfondo, si staglia la città eterna in continuo mutamento, che con le sue atmosfere e i suoi linguaggi commenta le fragilità e le contraddizioni di un’intera epoca e del Belpaese. In una narrazione limpida, senza artifici, che si sviluppa in un crescendo ininterrotto, seguiamo Ilaria e Michela in un impietoso viaggio alla scoperta della costruzione del male, che nulla concede all’ipocrisia o all’ipotesi d’innocenza.
Daniela Alibrandi, Una morte sola non bastaISBN: 9788861101593
Pagine: 416
Quindici giorni di novembre
Torna in edizione tascabile, la prima avventura del detective Ricardo Blanco, nato dalla penna dell’erede di M.V. Montalbán.
Fra una poesia di Pessoa e il sax di Chet Baker, una striscia di Mafalda e una scena de Il terzo uomo, Ricardo Blanco, a quarantaquattro anni, ha fatto fronte ai disastri della propria vita aprendo con i soldi di un amico un’agenzia investigativa a Las Palmas. È sopravvissuto a due accoltellamenti, a una lunga serie di donne che l’hanno mollato e al caldo dell’isola. Almeno fino al primo di novembre, quando una donna, bella e ricca, entra nel suo studio per chiedergli di indagare sul presunto suicidio del futuro marito. Tra i bar, le crociere e le feste dei “figli di papà”, in un ambiente dominato dalla menzogna e da una spregiudicata vocazione all’impunità, Blanco rischierà più volte la pelle, giungendo infine alla verità, con intuito, ironia e disillusione.
Quindici giorni di novembre è il primo romanzo in cui fa la sua comparsa il detective Ricardo Blanco, indagando in un territorio finora poco esplorato dal genere noir, Las Palmas di Gran Canaria. Sulle orme del Sam Spade di Dashiell Hammett o del Marlowe di Chandler, ma con un tocco di anarchia mediterranea che lo avvicina al Montalbano di Camilleri o al Pepe Carvalho di Manuel Vázquez Montalbán, Ricardo Blanco colpirà il lettore con il suo spirito unico e disincantato, la sua disastrosa vita personale, il suo totale disinteresse per il denaro e la sua spiccata tendenza a innamorarsi.
«Dalle Canarie, una versione contemporanea del Sam Spade di Dashiell Hammett o del Marlowe di Chandler.»
Faro de Vigo
«Quel che è certo è che le pagine si fanno girare, i capitoli sono ben congeniati, il ritmo è incalzante e le scene d’azione avvincenti.»
Internazionale
«È ormai un amico, Blanco. Come Montalbano, Carvalho, Charitos. Accolto a pieno merito nell’arcipelago del noir mediterraneo, sebbene le isole Canarie siano Atlantico.»
Il mucchio selvaggio
JOSÉ LUIS CORREA, Quindici giorni di novembreISBN: 9788861101500
Pagine: 234

Traduzione di Alberto Malcangi
Hilde Domin
Figlia di un avvocato ebreo, Hilde Domin nasce nel 1909 a Colonia con il nome di Hilde Löwenstein. Tra il 1929 e il 1932 studia a Colonia, a Heidelberg, a Bonn e a Berlino, specializzandosi in scienze sociali e filosofia, con maestri come Karl Jaspers and Karl Mannheim. La situazione politica la spinge a emigrare a Roma insieme a Erwin Walter Palm, studente di archeologia e scrittore, che sposerà nel 1936. Allo scoppio della guerra si trasferisce dapprima in Inghilterra e, successivamente, nella Repubblica Dominicana, dove vive per 14 anni, prima di ritornare in Germania nel 1954. La sua poesia è spiccatamente antimetaforica e caratterizzata da un vocabolario semplice e colloquiale che, nella sua rarefazione e semplicità incontra il magico, procedendo prevalentemente attraverso processi evocative. Hilde Domin è stata insignita di tutti i maggiori premi letterari tra cui il PREMIO RILKE, il PREMIO HOELDERLIN e il PREMIO NELLY SACHS.
Daniela Alibrandi
Nata a Roma, Daniela Alibrandi ha vissuto tra l’Italia e gli Stati Uniti occupandosi di relazioni internazionali e di scambi culturali nell’ambito dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa. Ha pubblicato racconti
in antologie e riviste ed è con Una morte
sola non basta al suo quarto romanzo.
José Luis Correa
José Luis Correa (Las Palmas, 1962) insegna all’Università di Las Palmas. Quindici giorni di novembre è il primo romanzo con il detective Ricardo Blanco come protagonista, ambientata in un territorio poco frequentato dal genere noir: l’isola di Gran Canaria. Blanco è un detective hard boiled nel senso classico del termine, vicino a Sam Spade e Philip Marlowe, e ricorda Pepe Carvalho, il grande personaggio uscito dalla penna del geniale Manuel Vázquez Montalbán. Correa ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il PREMIO BENITO PÈREZ ARMAS e il PREMIO VARGAS LLOSA.


19 dicembre 2015

LibriSCELTI PER NOI DAGLI EDITORI: DEL VECCHIO CON "BREVE DIARIO DI FRONTIERA"

Abbiamo chiesto alla casa editrice Del Vecchio di suggerire un libro per i nostri Lettori ed ecco un comunicato  e un libro apposta per noi. 
Grazie Editore Del Vecchio.

un’idea per Natale:

Pagine: 310 - euro 16 - ISBN 9788861101449

Breve diario di frontiera
Gazmend Kapllani
Una storia di migrazione di successo,
con la speranza che il 2016 sia un anno con meno emergenze.
Un brillante, ironico e divertente romanzo sui migranti.
L’autore ci racconta quello che non ci è mai
 stato detto prima.

Pubblicato da DelVecchioEditore Breve diario di frontiera, con la traduzione di Maurizio De Rosa, è un’originale testimonianza sul mondo della migrazione firmata dallo scrittore albanese #GazmendKapllani.

Dopo aver trascorso l’infanzia e gli anni della scuola in Albania, immaginando che le minigonne e i quiz della tv di Stato italiana fossero la realtà di ogni giorno della vita in Occidente – e fantasticando di conseguenza di poter vivere
al di là del confine – la morte del dittatore Enver Hoxha finalmente consente a Kapllani di mettere in pratica il proprio piano di fuga.
Tuttavia, al suo arrivo nella Terra Promessa, non trova né procaci e disponibili fanciulle, né il caloroso benvenuto che aveva immaginato di ricevere dai suoi cugini greci. Viene, invece, sbattuto in un centro di detenzione temporaneo, situato in una piccola città di confine. Gazi e i suoi compagni immigrati cercheranno così di trovare un lavoro, cominciando a pianificare le loro vite future in Grecia e immaginando ricchezze e successi che rimangono sempre
appena oltre la loro portata.
 Kapllani racconta con irriverenza e ironia di un’infanzia popolata di onnipresenti e paranoici delatori e di cartoni di sapone in polvere sbiancati dalla salsedine del Mare Adriatico utilizzati come feticci dell’Occidente per decorare il salotto di casa, e, intrecciando questi ricordi con il presente di migranti afflitti dalla “sindrome del confine” (uno stato mentale al pari di un’esperienza geografica), confeziona un brillante e divertente romanzo d’esordio.

L’autore: nato nel 1967 a Lushnjë, in Albania. Nel gennaio del 1991 ha attraversato il confine con la Grecia
a piedi per sfuggire alla persecuzione da parte dei servizi segreti comunisti. In Grecia ha lavorato come muratore, cuoco, venditore ambulante, laureandosi successivamente presso l’università di Atene e completando un dottorato sull’immagine degli albanesi sulla stampa greca e dei greci sulla stampa albanese. Ora è uno scrittore di successo e tiene una rubrica bisettimanale su Ta Nea, il più grande quotidiano greco.

«Un brillante, ironico e divertente romanzo sui migranti. Kapllani ci racconta quello che non ci è mai stato detto prima.» - The Times
«Kapllani racconta le assurdità dei nazionalismi e dei sistemi totalitari nei Balcani – e in tutto il mondo – con malizia, arguzia e intuito.» - The Independent
«Un esilarante reportage narrativo – scritto con dosi massicce di humour nero – sulla migrazione e sulle frontiere, dalla penna di un albanese che è cresciuto con il desiderio di arrivare in Grecia, solo per scoprire che la realtà non faceva il paio con la fantasia.» - Granta


17 settembre 2015

DAL 26 SETTEMBRE IN LIBRERIA IL KARMA DEL PINOLO


I
SETTEMBRE 2015

Arriva Il karma del pinolo

di Luigi BIGIO Cecchi


Dall’agghiacciante possibilità del male alla lucidissima visione dell’essere umano di un paziente psichiatrico che si crede Dio; dal mistero d’un singolare negozio di tè alla banalità di una gita in campagna. E ancora: cosa ci fa un gruppo di angeli nel soggiorno di una tranquilla vecchietta? Com’è possibile che le persone spariscano una a una da un quieto ufficetto postale di provincia? E quale evento straordinario ha fatto riversare in strada l’intera cittadinanza, le televisioni e le autorità locali? Con una scrittura pulita, tagliente ed elegante, Luigi Cecchi rapisce il lettore trasportandolo da una storia all’altra, e lasciando che la fantasia scorra in sordina ad alimentare paure e inquietudini, ma anche ad ammantare di colorata immaginazione quei piccoli particolari che rendono possibile il quotidiano. Toccando quasi ogni declinazione del fantastico, le narrazioni danno una scossa alla commovente realtà delle cose, evidenziando le contraddizioni e i pericoli cui l’individuo va incontro in una società sempre più arida e chiusa su se stessa. Ogni situazione sorprende, diverte, spiazza, o strappa un sorriso di commosso disincanto: una celebrazione della bellezza, dell’inevittà dell’immaginazione.

ISBN: 9788861101470 | Pagine: 24abile tristezza della condizione umana e delle sconfinate possibilià