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14 marzo 2017

LIBRI A ROMA "MURRINA VASA"

Presentazione del volume edito da
L’Erma di Bretschneider
MURRINA VASA
a Luxury of Imperial Rome
di
Dario Del Bufalo
SU AMAZON AL LINK
 http://amzn.to/2nssHpx

martedì 14 marzo 2017 ore 18,30
Bertolami Fine Arts
Palazzo Caetani Lovatelli , piazza Lovatelli 1
INTERVENGONO:
Raniero Gnoli, Vittorio Sgarbi, Roberto Marcucci e Dario Del Bufalo

INFO:
+39 06 3218464 - +39 06 32609795
www.bertolamifinearts.com



Di che materiale erano fatti i famosi, costosissimi e ambiti Murrina Vasa, il top del lusso nella Roma imperiale? Sull’argomento si sono succedute nei secoli le interpretazioni più varie.
Nel suo ultimo libro, Murrina Vasa. A luxury of Imperial Rome, Dario Del Bufalo fa il punto della questione giungendo a una conclusione chiara e inequivocabile.
Il libro, edito dall’Erma di Bretschneider, sarà presentato martedì 14 marzo alle 18,30 a Palazzo Caetani Lovatelli. A raccontarci il mistero dei vasi murrini, il lusso esasperato e la raffinata civiltà del mondo che li produsse, interverranno, insieme all’autore, Vittorio Sgarbi e Raniero Gnoli, uno dei massimi esperti di marmi e pietre da decorazione del mondo antico.
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Tra i materiali utilizzati dall’arte antica, La Murrha fu probabilmente quello più prezioso e discusso.
Gli oggetti di Murrha, i famosi Murrina Vasa, sono ancora oggi circondati da un alone di leggenda. Stando alle fonti, per entrarne in possesso i magnati della Roma imperiale arrivavano a sborsare cifre folli. Quanto poteva valere il mestolo da vino murrino appartenuto a Petronio? Non meno di 300.000 sesterzi. La storia del celebrato manufatto è nota: l’arbiter elegantiarum lo distrusse in punto di morte per sottrarlo agli appetiti di Nerone, che si consolò acquistando, alla modica cifra di un milione di sesterzi, una coppa di analoga materia.
L’argomento dei Murrina Vasa è stato oggetto di diffusa trattazione da parte degli scrittori latini. Ne hanno parlato Properzio e Giovenale e – con eloquente precisione – Plinio nel XXXVII libro della Naturalis Historia. Le descrizioni dettagliate, le cronache e gli aneddoti non sono però riusciti a chiarire ai posteri un punto fondamentale: cos’era la Murrha?
Nel tentativo di rispondere a questa domanda, gli studiosi si sono accapigliati per secoli, sfornando le ipotesi più varie e bizzarre. Qualcuno ha pensato che la preziosa materia si identificasse col marmo, altri con l’alabastro. Si è parlato di fluorite, vetro, porcellana, conchiglia, ambra, mirra, diaspro e chi più ne ha più ne metta, ma nessuna ipotesi è mai risultata del tutto convincente e attendibile.
La soluzione del mistero arriva in un volume di Dario Del Bufalo, frutto di una lunga ricerca condotta attraverso la completa disamina delle fonti e la ricognizione degli oggetti antichi realizzati in materiali preziosi conservati nei musei e nelle raccolte di tutto il mondo. Nell’opera, edita dall’Erma di Bretschneider, sono per la prima volta repertoriati più di 300 esemplari di vasi murrini conservati nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, tra essi un capolavoro delle arti applicate di tutti i tempi: la strabiliante Tazza Farnese, oggi conservata a Napoli presso il Museo Archeologico Nazionale




#murrinavasa
#libri
#arte
#archeologia

25 novembre 2016

ARTE E 'SCIENZA IL 3 DICEMBRE AL MAO DI TORINO


3 dicembre 2016, dalle 15 alle 19

Scienziati al MAO
casi di studio, tecniche, strumenti
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico, 11 - Torino

Ricercatori, tecnici, restauratori e studenti dell’Università di #Torino, dell’Università del Piemonte Orientale, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, del Centro di Conservazione e Restauro “la Venaria Reale” e di TecnArt s.r.l.
riflettono sul rapporto vitale tra i beni culturali e le tecniche scientifiche.


Il 3 dicembre – dalle 15 alle 19 (accesso fino alle 18) i visitatori saranno accolti dagli scienziati e dai restauratori presso gli stand allestiti nel percorso di visita del museo e avranno la possibilità di esplorare, col supporto di immagini, video e materiali esposti, le indagini svolte su alcuni oggetti delle collezioni.


In particolare, gli stand riguarderanno:
Galleria Cina Visible Induced Luminescence (VIL): un metodo per visualizzare il Blu Han
Galleria Cina La datazione e l’autenticazione dei reperti
Galleria Giapponese Analisi scientifiche e restauro delle statue lignee giapponesi
Galleria Islamica Materiali per la tintura e riconoscimento dei coloranti nei tessuti Ottomani
La partecipazione è gratuita per tutti visitatori del museo muniti di regolare biglietto d’ingresso.
#MAO Museo d’Arte Orientale
Un viaggio in Oriente. Oltre 2200 opere provenienti da diversi Paesi dell’Asia, dal IV millennio a.C. fino al XX d.C., raccontano cinque diversi percorsi per cinque diverse aree culturali: Asia meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia. Culture millenarie distanti e poco conosciute si avvicinano al pubblico. Il MAO Museo d’Arte Orientale, invita ad un viaggio affascinante di scambio, scoperta e conoscenza.
Orario Da martedì a venerdì h. 10-18, sabato e domenica h 11-19.
La biglietteria chiude un'ora prima. Chiuso lunedì.
Tariffe museo Intero € 10, ridotto € 8, gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte

Fondazione Torino #Musei. 150.000 opere d’arte, 5000 anni di storia, 4 musei.
Nata nel 2002, ne fanno parte #GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica, Borgo Medievale e MAO Museo d'Arte Orientale. Lo straordinario patrimonio, tra collezioni, raccolte e strutture, rende l’offerta culturale torinese una delle prime in Italia, anche grazie a collaborazioni attive con i più importanti musei e fondazioni nazionali e internazionali.
www.fondazionetorinomusei.it


3 agosto 2016

UN GIOIELLO DI ARCHEOLOGIA "IL CAVALIERE DI MARAFIOTI" ANCORA POCHISSIMI GIORNI ESPOSTO A LOCRI

Cari Lettori,
pubblichiamo questa notizia con ritardo, tanto che l'evento termina il 7 agosto ma l'esposizione del Cavaliere di Marafioti, gioiello d'archeologia, proseguirà nella sua sede museale a Reggio Calabria, come potrete leggere.
L' immagine dell'opera è così bella che pensiamo di farvi una cosa graditissima postando anche al limite di fine evento a Locri.

Il Cavaliere di Marafioti a Locri
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri



Locri (Reggio Calabria) - Contrada Marasà
30 luglio - 7 agosto 2016


Fino al 7 agosto 2016, presso il Museo Archeologico Nazionale di Locri – Polo Museale della Calabria, si terrà l’esposizione temporanea del Gruppo del Cavaliere di Marafioti, opera in terracotta del V secolo a.C. rinvenuta in località Pirettina (Comune di Portigliola), alle spalle dell’antica città di Locri.

Cavaliere di Marafioti

L’opera è un elemento architettonico in terracotta del tempio dorico scoperto nel 1910 dall’archeologo Paolo Orsi, presentata a Milano (“Restituzioni. Tesori d’arte restaurati” di Intesa Sanpaolo),  sarà adesso esposta, per la prima volta, nel territorio da cui proviene.
L’intervento di restauro, promosso e curato da Intesa Sanpaolo nell’ambito della XVIIª edizione di “Restituzioni. Tesori d’arte restaurati 2016”, è stato fondamentale per la sua conservazione e per una più approfondita conoscenza della tecnica di realizzazione. Ha permesso anche di riscoprire con dettagli affascinanti, quali i segni di stesura a pennello del sottile scialbo originale o la policromia in nero, bianco, rosso .

Dottoressa Angela Tecce - Direttore Polo Museale della Calabria

Analisi diagnostiche hanno completato il restauro del gruppo che all’epoca della sua scoperta era stato  rinvenuto in “ minuti frammenti ” e che fu oggetto di un primo intervento di restauro tra il 1911 ed il 1925 quando Paolo Orsi e il restauratore Giuseppe Damico incollarono e integrarono le parti lacunose rafforzando il manufatto con supporti interni.
L’attività di restauro del 2015 è stata effettuata dai restauratori Giuseppe Mantella e Sante Guidi; le ricerche diagnostiche dal dottor Domenico Miriello del Dipartimento di Scienze della Terra – Unical.

Dottoressa Rossella Agostino - Direttore Museo Archeologico Nazionale di Locri

Il gruppo del Cavaliere di Marafioti ritornerà nella sua sede del Museo archeologico di Reggio Calabria esposto nella sala dedicata alla colonia locrese.
L’iniziativa, voluta dalla dottoressa Angela Tecce, direttore del Polo Museale della Calabria e dalla dottoressa Rossella Agostino, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Locri, è stata realizzata grazie alla proficua collaborazione con il Museo Archeologico di Reggio Calabria, la Regione Calabria, il FAI - Presidenza Regionale Calabria, e con il sostegno di Intesa Sanpaolo e delle amministrazioni comunali di Locri e di Portigliola.

Il Cavaliere di Marafioti a Locri
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri
Locri (Reggio Calabria) - Contrada Marasà
fino al 7 agosto 2016

Polo Museale della Calabria
Direttore: Angela Tecce
Museo Archeologico Nazionale di Locri
Direttore: Rossella Agostino

#archeologia
#cavalieredimarafioti
#locri

12 maggio 2016

Prima asta romana di archeologia di alto pregio

  
BERTOLAMI FINE ARTS
Roma Monaco Londra

ASTA 22
ARCHEOLOGIA

  20 maggio 2016 ore 16,30
 
lotto 27
Esposizione:
15 – 17 maggio 2016 ore 11.00/19.00
18 – 19 maggio ore 10.00/13.00

Palazzo Caetani Lovatelli
Piazza Lovatelli, 1 - Roma

Info: Tel. +39 06 32609795 – 06 3218464



By Scarlett Matassi

Un’asta di reperti archeologici di alto pregio a prezzi contenuti. Se gli stessi oggetti fossero posti all’incanto a Londra o New York verrebbero contesi dai maggiori collezionisti stranieri e raggiungerebbero valori di mercato ragguardevoli, ma il loro evidente interesse di carattere archeologico, storico e, per alcuni di essi, artistico ne impedisce l’esportazione al di fuori dei confini nazionali calmierandone automaticamente il prezzo. Accade dunque che il vincolo statale rimetta in gara quei collezionisti italiani – acquirenti per passione e non con intenti speculativi - solitamente esclusi dal vertiginoso giro d’affari del grande commercio internazionale di archeologia, creando al contempo un circuito commerciale perfettamente legale in grado di far emergere beni oggi immobilizzati e nascosti all’interno delle case.

 L’Italia non è un paese per aste di archeologia. I motivi sono noti e attengono alla complessità e severità del sistema normativo vigente nel nostro paese in materia di tutela del patrimonio culturale. Le prime leggi sul tema sono state d’altronde emanate proprio qui da noi. Nella Roma del Papa Re, già a partire dai primi decenni del ‘400, si avverte l’esigenza di provvedimenti finalizzati a impedire la demolizione e spoliazione delle rovine di età romana. Si procede poi alla regolamentazione degli scavi archeologici, arrivando a creare una carica dello Stato preposta a vigilare sul patrimonio artistico. L’idea, come è noto, è da ascriversi a Papa Leone X, che, nel 1515, nomina Raffaello Ispettore Generale delle Belle Arti . E non solo lo Stato Pontificio si è dotato prima di ogni altro di un ministro dei beni culturali, ma, intorno alla metà del ‘600, per primo ha introdotto il divieto di esportazione all’estero delle opere d’arte di maggior valore. Alla luce di presupposti storici così impegnativi si comprende come mai l’Italia occupi una posizione del tutto defilata nell’ambito del grande commercio internazionale di archeologia, un ramo del mercato dell’arte nei confronti del quale il nostro paese ha sviluppato un atteggiamento di sedimentata e non sempre giustificata diffidenza. 

lotto 34


Come si spiega, allora, l’asta di reperti archeologici di alto pregio che Bertolami Fine Arts si appresta a battere nella sua sede romana di Palazzo Caetani Lovatelli? Basta sfogliare velocemente il catalogo per rendersi conto che la proposta è insolitamente ghiotta: piccoli tesori in grado di fare la felicità dei collezionisti più esigenti a valori di stima decisamente contenuti. Una gara, insomma, che si direbbe aperta a un parterre di appassionati tutt’altro che ristretto. A fornire la soluzione del mistero è Giuseppe Bertolami, general manager e fondatore della casa d’aste: ”Il progetto di vendita all’incanto che, con Andrea Pancotti - capo del nostro Dipartimento di Archeologia – abbiamo a lungo accarezzato e infine realizzato non contempla alcuna possibilità di speculazione, né da parte nostra, né da parte dei compratori. Ciò dipende dal riconosciuto interesse di carattere archeologico, storico e, in alcuni casi, artistico dei pezzi in vendita, pezzi che, per questa ragione, non possono uscire dal territorio della Repubblica. Il nostro compratore ideale non è un mercante, non compra per rivendere, magari all’estero. Abbiamo lavorato per intercettare collezionisti italiani, appassionati autentici pronti ad innamorarsi dell’idea di entrare in possesso di un oggetto di speciale importanza  il cui prezzo risulta calmierato proprio dal riconoscimento da parte dello Stato italiano di quell’importanza così manifesta.”

In sintesi, l’operazione trova il suo principale fondamento nella scommessa che l’imposizione di un vincolo statale non sempre chiuda la partita commerciale, ma possa al contrario rinnovarla e aprirla a nuovi giocatori. Oggetti come l’eccezionale pisside siciliana a figure rosse del IV secolo a.C., o il grande altare votivo in marmo del II secolo d.C. con le vivide effigi di Asclepio, Igea e Telesforo, o il meraviglioso busto di Caracalla fanciullo ritratto nelle vesti di Attis, se venduti a Londra o New York, verrebbero contesi dai più grandi collezionisti e raggiungerebbero quotazioni ragguardevoli. Accade però che il divieto di esportazione, abbassandone il prezzo, li metta alla portata di un collezionismo colto e appassionato, ma assai meno elitario dal punto di vista della possibilità di spesa.

Si fa fatica a ricordare la data dell’ultima asta di reperti archeologici di alta qualità tenutasi a Roma, è però certo che molti dei lotti posti all’incanto il prossimo 20 maggio a Palazzo Caetani Lovatelli  rimarranno a lungo nella memoria e nel cuore dei conoscitori.

I TOP LOTS

I cinquantasei lotti che saranno posti all’incanto il 20 maggio a Palazzo Caetani Lovatelli possono essere tutti considerati dei top lots, top lots di diverse fasce di prezzo.   Ne segnaliamo però alcuni per il loro eccezionale interesse.


1.      Lotto 21 - Grande pisside skyphoide a figure rosse - Lentini (Sicilia), ca. 350-325 a.C.
alt. cm 29; diam. cm 16,8

€ 18.000-20.000
Riccamente decorata, usualmente utilizzata per contenere oggetti personali, cosmetici e gioielli. Caratterizzata da scene legate al mondo femminile ed in particolar modo di tipo prenuziale, poteva far parte di un corredo matrimoniale.
Il lotto è stato dichiarato di interesse archeologico particolarmente importante ai sensi del D.L.gs. 42/04 con D.D.R. del 01/06/2004 della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.

2.      Lotto 27 - Testa di giovinetto con berretto frigio I - II secolo d.C. 
alt. cm 35; largh. cm 32

€ 70.000-90.000

Testa maschile in marmo bianco insulare, caratterizzata da folta chioma di capelli ricci e da copricapo orientale che presenta elementi assimilabili sia al berretto frigio che ad un elmo.
Il lotto è stato dichiarato di interesse archeologico particolarmente importante ai sensi del D.L.gs. 42/04 con D.D.R. del 12/9/2007 della Soprintendenza Archeologica di Roma.

3.      Lotto 33 - Ritratto di Caracalla come Attis  - Primo decennio del III secolo d.C. – alt cm 65
€ 120.000-150.000

Il lotto è stato dichiarato di interesse archeologico particolarmente importante ai sensi del D.L.gs. 42/04 con D.D.R. del 12/9/2007 della Soprintendenza Archeologica di Roma.

4.      Lotto 34 – Importante gruppo di marmi ed epigrafi dalla Via Latina. Si distingue tra essi un altare votivo con Asclepio, Igea e Telesforo – I-II Secolo d.C. –
alt m.1,18; diam. cm 55,5
€ 150.000-200.000

Grande altare votivo in marmo da Grottaferrata (Roma). Raffigura Asclepio, Igea e Telesforo. Probabilmente dedicato nella metà del II secolo d.C. all'indomani della terribile epidemia di peste scoppiata tra il 165 e il 166 d.C. e nota dalle fonti antiche come "peste Antonina".
Il lotto è stato dichiarato di interesse archeologico particolarmente importante ai sensi del D.L.gs. 42/04 con D.D.R. del 26/2/2013 della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

5.      Lotto 36 – Grande gemma magica in eliotropio  - II-IV secolo d.C.  
Alt mm24; lungh mm13

€ 1.200-1.500
Eccezionale gemma magica in eliotropio. La gemma magica era un particolare tipo di gemma gnostica di età ellenistico-romana utilizzata come talismano in riti propiziatori. Si riteneva che le raffigurazioni e le iscrizioni su di essa incise le conferissero poteri magici. Di grande fascino e rilevante valore iconografico.





15 aprile 2016

EGITTO POMPEI: in mostra agli Scavi di Pompei - Palestra Grande

 
Egitto Pompei
Scavi di Pompei, Palestra Grande - ingresso Porta Anfiteatro
a cura di Massimo Osanna e Marco Fabbri con Simon Connor
dal 20 aprile al 2 novembre 2016



A partire dal 20 aprile agli Scavi di Pompei arriva la seconda tappa del grande progetto espositivo “Egitto Pompei”, inaugurato il 5 marzo scorso al Museo Egizio.
Si riaprono gli spazi  restaurati della Palestra Grande per accogliere, esaltate dall'allestimento di Francesco Venezia, sette monumentali statue raffiguranti Sekhmet, la divinità egizia dalla testa leonina, e la magnifica statua seduta del faraone Thutmosi I, tutte appartenenti ad uno dei periodi di massimo splendore della storia dell’antico Egitto: la XVIII dinastia (XVI-XIV sec. a.C.).
Gli eccezionali prestiti provengono dalla collezione permanente del Museo Egizio, per una mostra che vuole raccontare culti e mode originati nella terra del Nilo e diffusi a Pompei.
La mostra continua con un’emozionante video installazione originale di Studio Azzurro che evoca gli scambi culturali, religiosi ed economici tra Pompei e l’Egitto dalla fine del II sec. a.C.
Il percorso espositivo si arricchisce  di un “itinerario egizio”: dal Tempio di Iside alle numerose domus decorate con motivi egittizzanti, come quella di Loreio Tiburtinoe quella dei Pigmei riaperta in occasione della mostra.
Il 28 giugno, al Museo Archeologico di Napoli, la terza tappa del progetto con l’inaugurazione di una nuova sezione del percorso di visita delle collezioni permanenti con reperti archeologici, affreschi e capolavori di artigianato ispirati alla cultura egizia.

6 marzo 2015

ARTE IN MEMORIA 8 | SINAGOGA OSTIA ANTICA | domenica 8 e domenica 29 marzo 2015 | visite guidate con la curatrice Adachiara Zevi

Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e L'Area archeologica di Roma
ARTE IN MEMORIA 8
Mostra Internazionale di Arte Contemporanea
Area Archeologica di Ostia
Sinagoga
Viale dei Romagnoli, 717 Ostia Antica-Roma
18 gennaio – 12 aprile 2015




In occasione del Giorno della Memoria 2015, domenica 18 gennaio 2015 si è inaugurata nella Sinagoga di Ostia Antica l’appuntamento biennale con Arte in memoria, la rassegna di arte contemporanea di respiro internazionale giunta alla sua ottava edizione, a cura di Adachiara Zevi e organizzata dall’Associazione Culturale arteinmemoria.
La mostra, aperta al pubblico fino al 12 aprile 2015, è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, dal Museo Nazionale Romano e da L'Area archeologica di Roma e dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
La mostra si avvale del patrocinio del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità Ebraica di Roma, del Municipio Roma X; del sostegno della Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo di Roma Capitale e del Goethe Institut Rom.
Gli artisti invitati a intervenire quest’anno sono: Ludovica Carbotta, che interroga e mette alla prova lo spazio che la circonda sia in forma architettonica sia in strutture collettive, Enrico Castellani, artista noto sin dal volgere degli anni Cinquanta per le tele estroflesse monocrome, Stih&Schnock, artisti concettuali tedeschi che lavorano nell’ambito della critica istituzionale.
Come per le edizioni precedenti, le opere sono realizzate appositamente per la Sinagoga di Ostia Antica, la più antica Sinagoga d’Occidente risalente al I sec. d.C., parte dell’area archeologica degli Scavi di Ostia.
L’idea prende avvio dall’iniziativa promossa dalla Sinagoga di Stommeln, in provincia di Colonia, sopravvissuta al nazismo, dove dal 1990 ogni anno un artista è invitato a creare un lavoro originale per il luogo.
Arte in memoria partecipa al Giorno della Memoria, istituito dai Parlamenti di diversi paesi europei nella data di apertura dei cancelli di Auschwitz, con la convinzione che un progetto sulla memoria non debba attestarsi a un livello meramente simbolico e commemorativo, ma trovare una continuità nel tempo, impegnando ogni volta artisti diversi a cimentarsi con un tema così attuale e un luogo così significativo dal punto di vista storico, artistico e simbolico.
Il presupposto teorico e critico di ARTE IN MEMORIA è che la nostra cultura sia allo stesso tempo ossessionata dalla memoria e catturata dalla dinamica distruttiva dell’oblio. Perché la memoria delle tragedie trascorse, recenti e in atto non si risolva nelle commemorazioni e nei discorsi rituali di un giorno, ARTE IN MEMORIA coinvolge la comunità degli artisti perché trasformi un luogo di culto in luogo di cultura, ripopolandolo con visioni ispirate alla storia ma radicate nell’attualità.
Il catalogo di ARTE IN MEMORIA 8 sarà pubblicato a conclusione della mostra. Bilingue e graficamente conforme ai precedenti, conterrà un saggio della curatrice e le immagini delle opere esposte nella Sinagoga di Ostia.
A memoria dell’iniziativa e come abbrivio di una possibile collezione di opere d’arte contemporanea in un sito archeologico, al termine dell’esposizione del 2002 hanno donato il loro lavoro gli artisti Sol LeWitt e Gal Weinstein cui si è aggiunta, con l’edizione del 2005, la donazione del lavoro dell’artista portoghese Pedro Cabrita Reis, quello di Liliana Moro a conclusione di quella del 2011 e quello di Michael Rakowitz a seguito dell’edizione del 2013.
Le opere, in dialogo permanente con le rovine, sono visibili dalla strada che collega gli Scavi di Ostia all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino.
Il sito www.arteinmemoria.com/arteinmemoria, realizzato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina, documenta interamente le prime sette edizioni: gli intenti, il sito, gli artisti, con le biografie e le opere, i cataloghi relativi a ogni edizione, la rassegna stampa.
Per approfondire il rapporto fra arte e memoria, oltre che per presentare il loro lavoro, gli artisti Stih&Schnock terranno una conferenza lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 17.00 presso la Casa della Memoria e della Storia (Roma, via San Francesco di Sales, 5 | www.casadellamemoria.culturaroma.it).
SCHEDA INFORMATIVA
Mostra: Arte in memoria 8
Ideazione e cura: Adachiara Zevi
Direzione e Coordinamento Architettonico: Cinzia Morelli, Paola Germoni, Cristina Collettini,
Comunicazione e Promozione SSBAR: Rosanna Friggeri – Sandra Terranova
Organizzazione: Associazione Culturale arteinmemoria.
Inaugurazione: domenica 18 gennaio 2015, ore 11.00
Durata mostra: 20 gennaio - 12 aprile 2015
Orario ingresso Mostra:
dal 20 gennaio al 15 febbraio dalle ore 11.00 alle ore 15.30
dal 16 febbraio al 15 marzo dalle ore 11.00 alle ore 16.00
dal 16 marzo all’ultima domenica di marzo dalle ore 11.00 alle ore 16.30
dall’ultima domenica di marzo al 13 aprile dalle ore 11.00 alle ore 18.15
Orario ingresso agli Scavi di Ostia dal martedì alla domenica dalle ore 8.30; Lunedì chiuso
Ingresso alla Mostra: la mostra si inserisce nel percorso di visita agli Scavi
Ingresso agli Scavi di Ostia : intero € 8; ridotto € 4
Come Arrivare: linea ferroviaria urbana dalla stazione di Porta San Paolo; fermata Ostia Antica.
In automobile: Via del Mare (uscita n.28 del GRA); via Cristoforo Colombo fino a Castel Fusano, dove si incontra il bivio per Ostia Antica
Parcheggio: custodito e a pagamento esterno all’area archeologica, nei pressi della biglietteria
Informazioni: Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e L'Area archeologica di Roma. Tel: 06 56358003 / 06 56368099