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29 gennaio 2015

FOTOGRAFIA: VALERIO BISPURI ENCERRADOS

   
Valerio Bispuri
ENCERRADOS
Introduzione di Roberto Saviano
Commento di Eduardo Galeano


Formato: 21x29 cm

Pagine:144
Fotografie: 75 in b/n
Confezione: cartonato
Prezzo: 35 Euro
Testi in inglese, spagnolo e italiano


Encerrados non è un libro sulle carceri; è un libro sulla libertà perduta, sulla libertà mai avuta. Bispuri ha mostrato l’orma umana in quelle persone.”
Roberto Saviano
Questa opera illumina con luce dolente la realtà delle carceri nella nostra terra latinoamericana, ed è a sua volta una metafora della vita di milioni di persone colpevoli di povertà e abbandono. Le fotografie penetrano tanto profondamente da sembrare rardiografie. Grazie, Valerio, per aiutarci a vedere la nostra realtà più nascosta.”
Eduardo Galeano

© Valerio Bispuri
Contrasto pubblica per la prima volta in volume Encerrados, il lavoro di Valerio Bispuri, fotoreporter professionista che ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Si tratta delle impressionanti immagini in bianco e nero realizzate dall’autore durante il suo lungo viaggio durato dieci anni in 74 carceri di tutti i paesi del Sudamerica.
Un percorso nato dal desiderio di raccontare un continente attraverso il mondo dei detenuti. Dall’Ecuador al Perù, della Bolivia all’Argentina, dal Cile all’Uruguay passando per il Brasile, la Colombia e il Venezuela, la macchina fotografica di Bispuri ha immortalato la vita nelle carceri più pericolose del Sudamerica, come se fossero il riflesso della società, lo specchio di quello che succede nel Sudamerica: dai piccoli drammi alle grandi crisi economiche e sociali. Come sottolinea anche Roberto Saviano nell’introduzione al volume, “quelle di Bispuri sono fotografie di città, carceri formicai, carceri dove chiunque è condannato, poliziotti e detenuti”. Così, immagine dopo immagine, sfogliando le pagine del libro si guarda alla prigione come se fosse una comunità, un non-luogo in cui si vive ogni giorno con ritmi e spazi precisi, in condizioni spesso al limite dell’umano, come quando si dorme in 18 in una cella per 4 persone e il bagno è solo un buco in un corridoio.
Nel corso degli anni Encerrados ha avuto un forte impatto sociale. Dopo la pubblicazione delle foto e la sensibilizzazione ottenuta attraverso varie mostre internazionali, il padiglione 5 del carcere di Mendoza dove erano reclusi i detenuti argentini più pericolosi è stato chiuso. Ogni carcere visitato dall’autore rappresenta l’immagine di un mondo visto da dentro e da fuori, e Bispuri ha trovato le luci anche lì dove tutto sembrava spento e dove il riflesso della violenza e dalla vitalità si contrappongono in un unico segmento che è poi la storia del Sudamerica.
© Valerio Bispuri
“Ho sempre pensato che la difficoltà ma anche la forza della fotografia sia nella capacità di bilanciare il proprio sentire con la realtà. E solo riuscendo a calibrare le proprie emozioni profonde in un concetto reale senza che una prevalga sull’altra si arriva a poter raccontare una storia. Solo nel momento in cui riesco a toccare quello che sento, scatto.”
Valerio Bispuri

A questo link una presentazione video del progetto:http://www.youtube.com/watch?v=MGpnB49sXy0&feature=youtu.be
Valerio Bispuri nasce a Roma nel 1971 e dopo la laurea in Lettere, decide di dedicarsi alla fotografia. Fotoreporter professionista dal 2001, collabora con numerose riviste italiane e straniere, tra cui L’Espresso, Il Venerdì, Internazionale, Le Monde, Stern. Ha realizzato reportage in Africa, Asia e Medio Oriente, ma è in America Latina che Valerio lavora più a lungo, mentre vive per 11 anni a Buenos Aires. Per 10 anni si è occupato di “Encerrados”, un lungo progetto fotografico sulle condizioni di vita in 74 carceri di tutti i paesi del continente sudamericano. Raccontando in maniera antropologica e giornalistica la realtà dei detenuti. Il lavoro è stato esposto al Visa pour l’Image a Perpignan, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, all’Università di Ginevra, al Browse Festival di Berlino e a ottobre 2014 al Bronx Documentary Center di New York. Nel 2013 Valerio ha terminato un altro grande progetto fotografico durato 8 anni per denunciare la diffusione e gli effetti di una nuova droga a basso costo chiamata “Paco”, che sta uccidendo una generazione di giovani nei sobborghi delle metropoli sudamericane. Il lavoro sul “Paco” è stato esposto oltre che a Roma e a Milano anche a Istanbul (catalogo edito dalla Croce Verde Internazionale). Ha ricevuto numerosi premi a livello internazionale: il Poy America Latina 2011 (menzione speciale), il Sony World Photography Awards 2013 (1° posto, Contemporary Issues), il Days Japan International Photojournalism Awards 2013, e il POY 2014 (2° posto, Feature Story Editing – Magazine).

25 gennaio 2015

"IMBIZZARRITI": il libro che racconta "ARTISTI 7607" con fotografie di FABIO LOVINO

La libertà è partecipazione 
Storia di una piccola rivoluzione
Martedì 3 febbraio alle ore 19
Roma, Fandango Incontro
Incontro in occasione dell’uscita del libro Imbizzarriti
“La cattiva politica ha perso e, oggi, sui diritti degli artisti siamo primi in Europa.”
Francesco Schlitzer

Martedì 3 febbraio alle 19 Francesco Schlitzer, autore del libro Imbizzarriti, incontrerà il pubblico presso Fandango Incontro a Roma (in via dei Prefetti 22) in occasione dell’uscita del suo libro pubblicato da Contrasto. All’evento La libertà è partecipazione. Storia di una piccola rivoluzione, moderato da Neri Marcorè, parteciperà anche Gian Antonio Stella e Fabio Lovino, autore delle fotografie del libro. Nell’ambito della serata ci saranno interventi di Gianluigi Chiodaroli, Paola De Micheli,  Cinzia Mascoli e Simona Vicari.
L’incontro sarà l’opportunità per raccontare per la prima volta le positive conseguenze che la liberalizzazione ha prodotto sul lavoro degli artisti che hanno aderito ad Artisti 7607. Come racconta Schlitzer in Imbizzarriti, infatti, mille attori italiani (Artisti 7607) si sono battuti per potersi rendere autonomi nella gestione dei diritti economici maturati dalle repliche delle opere (diritti connessi al diritto d’autore) e costruire un progetto che fosse in grado di sostenere e difendere con indipendenza e coraggio gli artisti: Paolo Calabresi, Carolina Crescentini, Elio Germano, Valeria Golino, Cinzia Mascoli, Claudio Santamaria, Riccardo Scamarcio, Neri Marcorè solo per citarne alcuni, ma i protagonisti di questa storia sono anche Emma Bonino e Paola De Micheli, Simona Vicari e molti altri ancora. Tutti immortalati dalle fotografie di Lovino.
Un gruppo di attori scopre che l’Istituto che li avrebbe dovuti rappresentare e che operava come monopolio di fatto era incapace di amministrare i loro diritti, tanto da tenere bloccati oltre 118 milioni di euro.
Francesco Schlitzer, esperto di relazioni istituzionali, viene coinvolto e “travolto” dagli “Imbizzarriti” che altro non chiedono di essere aiutati a trovare un varco nella selva della burocrazia e di far arrivare la loro voce a chi nelle istituzioni dovrebbe ascoltarli. Invece di recitare, gli “Imbizzarriti”, con Francesco, iniziano a dedicare del tempo prezioso a leggere carte, incontrare burocrati e frequentare palazzi e a battersi per la liberalizzazione.

© Fabio Lovino/Contrasto

“Racconto una vicenda che racchiude tutti gli atavici difetti, le perversioni e le inefficienze di cui è piena l’Italia. Una storia di conservazione, di un sistema di potere incancrenito fondato su un meccanismo che stava bene a tutti, tranne alla maggioranza che dovrebbe beneficiarne: gli artisti. Un vero e proprio esproprio a danno di un’intera categoria di lavoratori. Gli ingredienti ci sono veramente tutti: scarsa trasparenza, violazione di diritti elementari, occupazione da parte dei partiti (tutti o quasi), cattiva politica, leggi scritte male e, non manca mai, banale incapacità. Ingredienti di una frittata che è durata circa trent’anni, con una vasta complicità anche del settore privato. Racconto com’è stata ottenuta una liberalizzazione. Quella della remunerazione degli artisti interpreti ed esecutori che viaggia sotto il nome di diritti connessi al diritto d’autore. Si tratta di una vera liberalizzazione nel senso di rendere liberi. Prima gli artisti non potevano sapere quanto e perché ricevessero occasionalmente quel “salario” che arrivava nelle loro tasche. Lo faccio perché anche queste vicende possono raccontare i mali in cui noi italiani siamo precipitati.”
Francesco Schlitzer
© Fabio Lovino/Contrasto


Dopo aver ottenuto la liberalizzazione, oggi Artisti 7607 è una Società Cooperativa fatta di “mille attori imbizzarriti” che hanno una sede provvisoria nel quartiere Flaminio. Hanno incassato i primi diritti e hanno distribuito a tutti gli iscritti, in parti uguali tutto ciò che la legge prevede. Il Consiglio di Amministrazione è fatto quasi interamente da attori; si fanno assistere da un manager e uno staff legale. Ricevono continue adesioni e adesso le istituzioni non possono più ignorarli. Non hanno timore di affrontare lunghi ricorsi amministrativi o cause civili: hanno le competenze, il tempo e le risorse per combattere. Hanno avviato le trattative con i principali utilizzatori e stavolta state certi che sapranno difendere al meglio i propri interessi.

MUSICA: LE MUSICHE DELLA GRANDE GUERRA E DELLA SHOAH

Le musiche della Grande Guerra e della Shoah
Per il Giorno della Memoria
con Antonio Ballista, Lorna Windsor,
Peppe Servillo e i solisti dei Berliner Philharmoniker

Antonio Ballista



"Musica sull'abisso" è il titolo del concerto per il Giorno della Memoria di lunedì 26 gennaio alle 20.30 nell'Aula Magna della Sapienza per la stagione della IUC, che affianca al ricordo della Shoah quello di un'altra inenarrabile tragedia del ventesimo secolo, la Grande Guerra, perché proprio cent'anni fa l'Italia entrava in questo conflitto di dimensioni mai viste prima di allora. Anche gli artisti ne furono profondamente colpiti e quegli eventi non restarono senza riflesso nelle loro opere, come dimostrano le musiche in programma, composte al fronte, in trincea e in campo di concentramento o anche solo ispirate a quelle immani tragedie che hanno travolto l'Europa e il mondo. Siano musiche di autori poco noti o capolavori famosi, tutte possiedono una particolare rappresentatività documentaria e sono espressive di una umanità prostrata: pathos, sconforto e talvolta evasione come estrema volontà di sopravvivenza.

Numerosi celebri artisti sono impegnati nella realizzazione di questo programma ricco e formato da musiche che richiedono diversi organici. Peppe Servillo è un artista multiforme - cantante, attore, compositore, sceneggiatore - e questa volta sarà la voce recitante nell' "Histoire du soldat" di Stravinskij. Antonio Ballista - che a quasi ottant'anni ha ancora l'entusiasmo, la vivacità d'idee e la voglia di mettersi alla prova di un giovane - si presenta nelle vesti di pianista e direttore. Lorna Windsor è una cantante straordinariamente versatile, così da poter interpretare le diversissime musiche in programma. L'Ensemble Berlin è costituito da un gruppo di solisti degli impareggiabili Berliner Philharmoniker, probabilmente la migliore orchestra del mondo.

ARTE: USCITA D'EMERGENZA


USCITA D'EMERGENZA
a cura di Whart
Inaugurazione: 27 gennaio 2015 ore 18.00
Apertura al pubblico: 28 gennaio 2015 – 8 febbraio 2015
MACRO Testaccio
Padiglione 9B
Piazza Orazio Giustiniani 4, Roma

L’Accademia di Belle Arti di Roma presenta al MACRO Testaccio, dal 28 gennaio all’8 febbraio 2015, Uscita d’Emergenza, una mostra di 14 giovani artisti curata da Whart e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Saranno esposte le opere selezionate da Valeriana Berchicci, Chiara Caramazza, Roberta Ianniti e Francesca Lilli, giovani curatrici della Scuola curatori dell’Accademia che hanno formato il gruppo Whart.
Il progetto, sviluppatosi durante l’ultimo anno, prende spunto da una frase contenuta nel libro Non per profitto della filosofa americana Martha Nussbam: “Se non insistiamo sul valore fondamentale delle lettere e delle arti, queste saranno accantonate perché non producono denaro. Ma esse servono a qualcosa di ben più prezioso, servono cioè a costruire un mondo degno di essere vissuto, con persone che siano in grado di vedere gli altri esseri umani come persone a tutto tondo, con pensieri e sentimenti propri che meritano rispetto e considerazione, e con nazioni che siano in grado di vincere la paura e il sospetto a favore del confronto simpatetico e improntato alla ragione”.
Uscita d’Emergenza intende riflettere, attraverso il lavoro di quattordici giovani artisti e quattro curatori in erba, sul significato della cultura umanistica nell’era ipertecnologica e sul valore dei luoghi della sua formazione, offrendo una visione ampia e articolata della produzione artistica e “di pensiero” delle giovani generazioni.
La mostra è anche l’occasione per degli artisti emergenti di misurarsi con lo spazio pubblico e, cosa più importante, con gli attori e gli spettatori della scena artistica romana.
La mostra è stata realizzata con l’apporto congiunto di diverse scuole dell’Accademia, che hanno dato il loro contributo all’organizzazione e all’allestimento dell’evento. Hanno partecipato studenti dei corsi di Comunicazione e Didattica dell’arte, di Grafica Editoriale, di Allestimento degli Spazi Espositivi e di Arti Multimediali e Tecnologiche.
USCITA D'EMERGENZA
Gli artisti: Dario Agati, Giulio Bensasson, Lucia Bricco, Milica Cirovic, Ola Czuba, Lele D’Alò, Lorenzo Modica, Claudio Pantò, Matteo Pisapia, Sofia Ricciardi, David Ferro Salge, Paolo Scarfone, Spentriu, Jianchao Xue
INFO STAMPA
Ufficio Stampa MACRO
Patrizia Morici / T. +39 06 82 07 73 71 / M. +39 348 54 86 548 / p.morici@zetema.it; stampa.macro@comune.roma.it
INFO PUBBLICO
MACRO
via Nizza 138, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 11.00-19.00 / sabato: ore 11.00-22.00 (la biglietteria chiude un’ora prima).
MACRO Testaccio
Piazza O. Giustiniani 4, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 16.00-22.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)
INGRESSO
MACRO via Nizza
Tariffa intera: non residenti 13,50 €, residenti 12,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 11,50 €, residenti 10,50 €.
MACRO Testaccio
Tariffa intera: non residenti 8,50 €, residenti 7,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 7,50 €, residenti 6,50 €.
MACRO via Nizza + MACRO Testaccio
Tariffa intera: non residenti 14,50 €, residenti 12,50 €
Tariffa ridotta: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €
Informazioni sugli aventi diritto alle riduzioni: www.museomacro.org
INFO: +39 06 67 10 70 400
www.museomacro.org
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Progetto Whart:
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a cura di
servizi museali

CONCORSI E LIBRI: FESTIVAL DEGLI SCRITTORI\PREMIO GREGOR VON REZZORI - Lectio di Jhumpa Lahiri - Ritorna il Premio alla Traduzione



Festival degli Scrittori giugno 2015
LECTIO MAGISTRALIS di JHUMPA LAHIRI
Premio Gregor von Rezzori 2015
Ritorna il "Premio alla Traduzione" con una nuova giuria:
Martina Testa, Ilide Carmignani e Leonardo Marcello Pignataro  

Jhumpa-Lahiri


L'edizione 2015 del Festival degli Scrittori, che include il Premio Gregor von Rezzori, e che si svolgerà a Firenze nel mese di giugno, si apre con una festosa novità: il ritorno del Premio alla migliore traduzione italiana di opera straniera. Il Premio, che era stato sospeso nell'ultima edizione del Festival, ha sempre  affiancato il Premio alla migliore opera straniera. La giuria del Premio alla traduzione è rinnovata: è presieduta da Martina Testatraduttrice di Lethem, McCarthy, Foster Wallace e Zadie Smith e accanto a lei Ilide Carmignani, traduttrice di Bolaño, Sepúlveda, García Marquez, Borges, Onetti e Leonardo Marcello Pignataro, traduttore di Tolstoj e Naipul. La giuria del Premio Gregor von Rezzori  per la migliore opera di narrativa straniera è invece confermata, composta da Beatrice Monti della Corte, Ernesto Ferrero (presidente), Alberto Manguel, Andrea Bajani e Edmund White.

Il Festival degli Scrittori - nato dall’esperienza della Fondazione Santa Maddalena presieduta da Beatrice Monti della Corte, moglie dello scrittore mitteleuropeo Gregor von Rezzori – si aprirà,  come ogni anno, con la lectio magistralis di un grande scrittore. Dopo John Banville, Michael Cunningham, Zadie Smith, e, tra gli altri,  Emmanuel Carrère, sarà la volta del Premio PulitzerJhumpa Lahiri, già vincitrice nel 2009 del Premio  Rezzori con Una nuova terra edito da Guanda.  Jhumpa Lahiri, nata a Londra da genitori bengalesi e cresciuta negli Stati Uniti, sin dalla sua prima raccolta di racconti L'interprete dei malanni ha immediatamente colpito l'attenzione della critica. L'omonimo, il suo primo romanzo apparso nel 2003, è stato per varie settimane nella “bestseller list” del New York Times.Dal suo libro The Namesake, Mira Nair ha tratto il film, “Il destino nel nome”, uscito in Italia nel 2007. Grande appassionata della lingua italiana, Jhumpa Lahiri ha vissuto a Roma dal 2012 al 2014 per meglio studiarla e comprenderla. Lo scorso anno è stata chiamata a far parte della giuria alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Il Festival si avvale della consulenza di Volker Schlöndorf e di Alba Donati. E' sostenuto  dal Comune di Firenze, dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e si avvale della collaborazione del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, della Regione Toscana, della Fondazione Sistema Toscana e di Repubblica Firenze come media partner.

MUSICA: IL MIRACOLO DELLA MUSICA COMPOSTA NEI LAGER

TUTTO CIO’ CHE MI RESTA
Il miracolo della musica composta nei lager
Concerto per il Giorno della Memoria
MARCO BALIANI E FRANCESCO LOTORO
CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI
UTE LEMPER
In collaborazione con Musica per Roma
LUNEDI’ 26 GENNAIO SALA SANTA CECILIA ORE 21
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
IN DIRETTA SU RAI 5 E SU RAI RADIO TRE

Ingresso gratuito. I biglietti saranno distribuiti presso l’Info Point dell’Auditorium, a partire dal 18 gennaio, fino a esaurimento dei posti disponibili
Una serata straordinaria dedicata al Giorno della Memoria, organizzata dalla Fondazione Musica per Roma, in coproduzione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
I documenti e le partiture musicali recuperate e archiviate da Francesco Lotoro – testi e musiche composte dai prigionieri nei lager nazisti – verranno interpretate da un cast di grandi artisti internazionali. Marco Baliani e Francesco Lotoro racconteranno le incredibili storie legate a queste opere, realizzate da musicisti spesso dimenticati dalla storia.
Interpreti
Francesca Dego, Roby Lakatos violini
Marian Serban cymbalon
Myriam Fuks voce yiddish
Marian Balog voce rom
Paolo Candido cantante
Angelo De Leonardis baritono
Leonardo Gallucci chitarra
Vana Gierig, Francesca Leonardi pianoforte
Con la partecipazione di Andrea Satta e Carlo Amato alla chitarra
Solisti dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia
Coro delle Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Maestro del Coro Ciro Visco
Coro Ha Kol
PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble
Paolo Fratini flauto
Francesco Gesualdi fisarmonica
Paolo Ravaglia clarinetto
Giancarlo Ciminelli tromba
Enzo Filippetti sassofono
Francesco Peverini Filippo Fattorini violini
Luca Sanzò viola
Anna Armatys violoncello
Massimo Ceccarelli contrabbasso
Gianluca Ruggeri percussioni
Tonino Battista direttore
Video e regia Marco Visalberghi

22 gennaio 2015

FOTOGRAFIA E CINEMA: PAIS DEL CINEMA


PAIS del Cinema
Gli anni d’oro del cinema italiano nel racconto per immagini di un grande fotografo
Museo di Roma in Trastevere
23 gennaio – 8 marzo 2015
inaugurazione 22 gennaio ore 18.00



Un vero Paese del cinema. Non si teme di sbagliare definendo così l’Italia del decennio che inizia nel 1960, quando Federico Fellini vince la Palma d’oro al festival di Cannes con La dolce vita e Michelangelo Antonioni il Premio della Giuria con L’avventura. La produzione cinematografica di quegli anni costituisce un insieme complesso e di grande interesse, che non solo riflette nelle sue immagini la società del tempo, ma talora contribuisce ad anticipare i cambiamenti, modificando mentalità, morale e memoria collettiva.
Giocando nel titolo col nome del protagonista, la mostra Pais del Cinema - promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Guido Gambetta e Salvatore Mirabella con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura - documenta molto bene questa fortunata epoca del cinema con le immagini del grande fotoreporter e fotografo Rodrigo Pais (1930 – 2007).

ARTE: IDILL'IO ELISABETTA CATALANO PIO MONTI

IDILL’IO n° 8
Elisabetta Catalano
Ritratti di famiglia
Enzo, Laura, Pio e Gino
OPENING 24 GENNAIO 2015 ore 18
24 GENNAIO – 28 FEBBRAIO 2015



IDILL’IO giunge al suo ottavo appuntamento e sceglie di inaugurare con un omaggio a Elisabetta Catalano.

A più di cinque anni dal progetto espositivo “Ogni sera con Elisabetta” a Roma (dicembre 2009), nella galleria IDILL’IO a Recanati si presentano le fotografie di Elisabetta Catalano nella mostra Ritratti di famiglia. Enzo, Laura, Pio e Gino.
Si tratta di una selezione di tre fotografie realizzate espressamente per Pio Monti dalla fotografa recentemente scomparsa e nota per i suoi ritratti ai personaggi del cinema e dell’arte.

Laura e Pio

Sono ritratti di Enzo Cucchi, Laura Cherubini insieme a Pio Monti e, in ultimo, un ritratto di Gino De Dominicis; un piccolo estratto del grande album della famiglia dell’Arte della fotografa e del gallerista, ma al tempo stesso costituiscono un documento pubblico, uno spaccato della scena culturale contemporanea in Italia.
La mostra è accompagnata da un testo di Nikla Cingolani

Gino De Dominicis

Elisabetta Catalano iniziò la sua attività collaborando a Il Mondo, L'Espresso, L' Almanacco Letterario Bompiani e Vogue Italia, lavorando anche a New York e Parigi per Vogue America, e per l'edizione francese e inglese. Negli anni '70 collaborò con artisti concettuali, del comportamento e performers, come Michelangelo Pistoletto, Vettor Pisani, Fabio Mauri, Sandro Chia, Minimo Rotella, Cesare Tacchi, Gino De Dominicis, per la realizzazione di loro opere legate alla fotografia. Tra le sue mostre più importanti si ricorda la retrospettiva alla GNAM-Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma nel 1992.
Elisabetta Catalano è scomparsa a Roma nel gennaio 2015.

Enzo Cucchi


Ritratti di famiglia. Enzo, Laura, Pio e Gino
Dal 24 gennaio al 28 febbraio 2015
Inaugurazione: 24 gennaio ore 18
Piazza Giacomo Leopardi 14, Recanati (Macerata)
Info: idillio11@gmail.com / tel. +39.339.8777521

ARCHITETTURA: SPAZIO A | MARCO CIARLO ospite del ciclo di incontri COSTRUIRE L'ARCHITETTURA | Domani, venerdì 23 gennaio, ore 17.15

SPaZIO A
FIRENZE | ITALIA
Venerdì 23 gennaio, ore 17.15
Costruire l’Architettura
Marco Ciarlo

Marco Ciarlo, Passeggiata e Galleria Espositiva, Celle Ligure, Savona, 2009


Nuovo appuntamento, allo Spazio A, in lungarno Benvenuto Cellini 13a, per “Costruire l’Architettura”, il ciclo di incontri organizzato dalla casa editrice Forma che ogni settimana invita singoli architetti o studi di architettura a confrontarsi su esperienze di progettazione e realizzazione delle più varie opere architettoniche. Protagonista di questo venerdì, il 23 gennaio alle ore 17.15, sarà Marco Ciarlo con un incontro dal titolo “L’esperienza fisica dell’Architettura”.

Marco Ciarlo, Biblioteca Comunale, Loano, Savona, 2006

Marco Ciarlo (Savona 1961) si è laureato presso la Facoltà di architettura di Genova ed ha iniziato l'attività di architetto nel 1988. Dal 1993 collabora con gli architetti Fabrizio Melano (Savona 1968) e Giampiero Negro (Savona 1968), con i quali fonda, nel 2004, lo studio marcociarloassociati. Marcociarloassociati sviluppa progetti di architettura pubblici e privati e si occupa di interni, allestimenti e design. Spesso diventano determinanti l’accostamento di materiali nobili e poveri, le lavorazioni artigianali e industriali o le variazioni di tessiture e cromatismi delle superfici che a volte tendono alla rarefazione.

Marco Ciarlo, Cimitero Ipogeo, Borghetto Santo Spirito, Savona, 2002



Da una citazione del professor Brunetto De Battè “I loro lavori sono fortemente caratterizzati da percorsi, camminamenti, passeggiate… che propongono sempre uno spazio dinamico con pluralità di prospettive, tendendo inciampi ottici di percorso volutamente generati per generare sorprese, distrazioni ed ancora emozioni… nella forza dell’esatta semplicità evocano molteplici figure, moltiplicano in rimbalzi citazioni e metafore… ma non scontate… sempre levigate come immagini già consumate dal tempo…”.

Di alcuni di questi lavori si parlerà allo Spazio A. Se l’architettura è sempre la risoluzione di un problema di spazio, che trova concretezza nella materia, gli interventi progettuali di Marco Ciarlo, come nel caso della passeggiata e galleria Espositiva a Celle Ligure (SV) del 2009 o dell’ampliamento del cimitero Ipogeo di Borghetto Santo Spirito (SV) del 2002, rispondono alla volontà di far dialogare in modo armonioso l’oggetto architettonico rigorosamente contemporaneo con il contesto che lo accoglie.
Quest’idea di valorizzazione dell’esistente vale anche per il progetto del 2011 di trasformazione della piscina Olimpionica Comunale di Savona a impianto coperto, che, attraverso l’ampia parete interamente vetrata rivolta verso la spiaggia, proietta lo spazio interno dell’impianto sportivo verso il mare. 

Anche per questo incontro Forma Edizioni, ha avviato la procedura, presso il CNAPPC, per il riconoscimento ai partecipanti di 2 Crediti Formativi CFP. I posti disponibili sono 50. Le iscrizioni saranno accettate in ordine di arrivo. Per iscriversi è necessario inviare una mail all’indirizzo info@spazioafirenze.it, specificando oltre ai dati anagrafici, l’ordine di appartenenza e il numero di matricola. Al fine del riconoscimento dei crediti formativi, l’iscritto dovrà essere presente dall’inizio del convegno fino alla sua effettiva conclusione attestando la presenza con le firme di entrata ed uscita su apposito registro.
Informazioni

Spazio A
lungarno Benvenuto Cellini 13a, 50125 Firenze
Tel. + 39 366 8605159 - e.mail info@spazioafirenze.it

Giorno della Memoria: esce TRIESTE di Elisabetta Sgarbi \ libro+dvd

GIORNO DELLA MEMORIA 27 gennaio 2015
Esce Libro + 2 film in Dvd 
«Trieste multiculturale crocevia delle anime»
Paolo Foschini, Corriere della Sera



«Pura invenzione di rapporto fra immagini e parole»
Furio Colombo, Il Fatto Quotidiano

«Questa Trieste ha il raro pregio di abbandonarsi alla sospensione»
Silvio Danese, QN

«Elisabetta Sgarbi è riuscita nella non facile impresa di restituire l'intuizione di una città eccentricamente irripetibile»
Cristina Battocletti, Il Sole 24 Ore – La Domenica

Elisabetta-Sgarbi © Julian Hargreaves

Due film che raccontano una città piena di ferite, di storia e di genio e un libro che raccoglie le interviste integrali di chi l'ha amata e vissuta, da Claudio Magris a Gillo Dorfles, da Mauro Covacich a Luciana Castellina, a Susanna Tamaro a Boris Pahor. Il viaggio della signorina Vila diElisabetta Sgarbi,ispirato al Il mio Carso di Scipio Slataper, ha nella giovinetta selvaggia di cui si innamora Slataper undicenne, il fil rouge che attraversa Trieste: da città porto franco, all’occupazione tedesca e poi jugoslava, alle sue profonde radici ebraiche. In concorso al Festival Internazionale del Film di Roma del 2012  il film, attraverso le voci narranti di Toni Servillo e di Lucka Pockaj, racconta la grande anima europea e balcanica, di Trieste.  Luogo di transiti, soggetto e teatro di snodi storici, religiosi e culturali i cui segni permangono ancora e con evidenza nelle strade, nella lingua, nella letteratura di questa città, costantemente posta al confine.

E i suoi abitanti, sono i protagonisti del secondo film, Trieste la contesa, interpreti di un’identità mitteleuropea e insieme fortemente italiana, che accosta alla vocazione intellettuale quella imprenditoriale. Le interviste, realizzate da Eugenio Lio, sono rivolte a persone che vivono e lavorano nella città: marinai, bagnanti, psichiatri, architetti, pescatori, marinai, guardie forestali che contornano i confini di Trieste, immigrati da latitudini lontane che hanno scelto Trieste come luogo per vivere. Una città contemporanea, ‘picaresca’ e levantina, oltre che mitteleuropea, dove l’imprevedibilità del presente si intreccia alla straordinarietà del suo passato. Il cofanetto, prodotto da Betty Wrong con Rai Cinema, contenente i due film e il libro con le interviste integrali, sarà disponibile su Amazon dal 27 gennaio (24,00 euro).

Elisabetta Sgarbi è Direttore Editoriale della casa editrice Bompiani. Ha esordito alla regia nel 1999. I suoi film sono stati selezionati nei più importanti festival cinematografici internazionali. Ha ideato, e da quindici anni ne è Direttore Artistico, il festival La Milanesiana Letteratura Musica Cinema Scienza.  (Info: www.elisabettasgarbi.it / www.bettywrong.com
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Il viaggio della signorina Vila
Regia di Elisabetta Sgarbi
Con Claudio Magris, Angelo Ara, Luciana Castellina, Mauro Covacich, Giuseppe Dell’Acqua, Gillo Dorfles, Igo Gruden, Srecko Kosovel, Diego Marani, Ace Mermolja, Boris Pahor, Alice Psacaropulo, Giorgio Pressburger, Raul Pupo, Primo Rovis, Giorgio Rossetti, Pino Roveredo, Andrea Segrè, Scipio Slataper, Vittorio Sgarbi, Susanna Tamaro, Livio Vasieri, Angelo Vivante e molti altri
Voci Toni Servillo, Lucka Pockaj Musiche Franco Battiato ProduzioneRai Cinema, Betty Wrong SceneggiaturaElisabetta Sgarbi, Eugenio Lio FotografiaElio Bisignani, Andrés Arce Maldonado MontaggioElisabetta Sgarbi, Andrés Arce Maldonado SoundPino Pinaxa Pischetola ScenografiaLuca Volpatti
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Trieste la contesa
Regia di Elisabetta Sgarbi
Interviste di Eugenio Lio
Con Paolo Rossi, Giorgio Rossetti, Andrea Segré, Mauro Covacich, Giuseppe dell’Acqua, Mauro Tabor, Maria Mitrovic, Raoul Pupo, Barbara Fornasir, don Ugo Bastiani, Miran Kosuta, Lucio Ulian, e molti altri

Produzione Rai Cinema, Betty Wrong Sceneggiatura Elisabetta Sgarbi, Eugenio Lio Fotografia Elio Bisignani, Andrés Arce Maldonado Montaggio Elisabetta Sgarbi, Andrés Arce Maldonado Sound Pino Pinaxa Pischetola Scenografia Luca Volpatti

LIBRI: DIZIONARIO DELLA GRANDE GUERRA

Il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria entrando così nella Prima Guerra Mondiale.
Il Dizionario curato da Gustavo Corni e Enzo Fimiani è uno strumento nuovo, e unico nel nostro panorama editoriale, per conoscere le idee, gli avvenimenti e i protagonisti del conflitto che ha segnato la storia del mondo.

a cura di Gustavo Corni - Enzo Fimiani
DIZIONARIO della GRANDE GUERRA
Cronologia, stati, personaggi, eventi, eserciti, simboli, culture, eredità



Textus Edizioni
Collana I Dizionari Textus, diretta da Enzo Fimiani
(dicembre 2014 - pp. 424 - € 29,00)

Il Dizionario della Grande guerra è un unicum nel panorama editoriale italiano, il primo in Italia con un taglio sia scientifico sia divulgativo, con un approccio meno convenzionale nella grafica e nel contenuto che si discosta dagli schemi classici di tipo dizionaristico. 

Rispecchiando le intenzioni dell’Editore, del direttore della collana e dei curatori, il Dizionario della Grande guerra è un libro che permette di viaggiare tra nomi, luoghi, immagini, eventi, di perdersi e ritrovarsi fra le molte eredità materiali e simboliche che nell’ultimo secolo hanno segnato in profondità la storia delle nazioni e la vita delle persone. 

Truppe italiane sulla strada per Gorizia


Il lettore che si avventura in queste pagine scoprirà con stupore che non c’è stato un solo giorno della propria vita nel quale non si sia trovato a confrontarsi, in modo diretto o indiretto, con l’immenso patrimonio di esperienze individuali e collettive il cui seme è stato gettato nel 1914. 
Soldati austro-ungarici con maschere antigas sul fronte italiano



In questo dedalo di informazioni si è liberi di scegliere il proprio itinerario e seguirlo fino in fondo, oppure lasciarsi guidare da rimandi e intuizioni; in ogni caso, l’approdo sarà la consapevolezza che la Grande guerra fu un evento generale e totalizzante, fino al punto di avere ravvisato in se stesso il proprio opposto: è nella ferocia del conflitto, infatti, che si possono leggere i primi segni per una cultura della pace. 
Lungi dal ripercorrere la classica indicizzazione in ordine alfabetico delle voci biografiche dei protagonisti della Grande guerra, il libro è un nuovo strumento che propone una lettura della Prima Guerra Mondiale organizzata in modo innovativo. L'opera si compone di una cronologia sistematica accompagnata da una serie di schede di approfondimento, un apparato iconografico e un lemmario suddiviso in sei grandi aree tematiche: gli stati coinvolti, i personaggi chiave, gli eventi e le azioni, le tipologie di eserciti e le armi usate, i simboli e le culture, le eredità. Il volume contiene inoltre una bibliografia tematica, indicazioni sul cinema, sui siti utili e una guida ai musei e ai luoghi della Grande guerra.

Gustavo Corni è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Trento, dopo avere ricoperto incarichi di docenza a Venezia, Pescara e Trieste. Studioso di storia del nazionalsocialismo, di storia e storiografia comparata delle dittature nel Novecento e di storia sociale delle due guerre mondiali. Alcuni suoi libri sono stati tradotti in inglese e in tedesco. Fra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano La memoria organizzata, Bruno Mondadori, 2012, e Fascismo. Condanne e revisioni, Salerno, 2011. Attualmente sta coordinando il calendario digitale della grande guerra www.lagrandeguerrapiu100.it

Enzo Fimiani ha diretto la Biblioteca centrale dell’Università “G. D’Annunzio”, sede di Pescara, e oggi è direttore della Biblioteca provinciale di Pescara. È stato docente di Storia moderna e contemporanea e di Storia dei partiti politici nell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti- Pescara, e di Ricerca e documentazione storica online nell’Università telematica “L. da Vinci” di Chieti. Fra i suoi lavori: Guerra e fame. Il secondo conflitto mondiale e le memorie popolari, Itinerari, 1997 e la curatela di Vox populi? Pratiche plebiscitarie in Francia, Italia, Germania (secoli XVIII-XX), Clueb, 2010.


Immagini e foto per gentile concessione dell'Associazione Arte nella Grande Guerra ©  -  www.artegrandeguerra.it

19 gennaio 2015

DESIGN : ANTIA DI FORMABILIO

ANTIA DI FORMABILIO 
LA SEDIA DALLE LINEE GRAFICHE ED ESSENZIALI




Antia, progettato per Formabilio da Alpestudio Architetti Associati , è una sedia, dalla cifra pulita e rigorosa, dove la stabilità del tondino di acciaio incontra le linee grafiche ed essenziali del design.



La ritmica del tondino disegna schienale e seduta conferendo leggerezza visiva all’estetica complessiva. Le gambe a struttura partecipano a definire un volume compatto ma arioso al tempo stesso, dove l’accoppiamento a terra risulta una firma inequivocabile. L’importanza delle finiture variano dalla verniciatura all’acqua in bianco ghiaccio e verde laguna alla classica cromatura a specchio sino all’esclusiva ramatura dai riflessi dorati.


Ogni opzione descrive il giusto accento contemporaneo in qualsiasi ambiente venga collocata. Di pregio la versione con cuscino capace di dialogare sottovoce con le rigorose forme di una sedia senza tempo.EndFragment  

18 gennaio 2015

RAFFAELLA GIORDANI LE METAMORFOSI


RAFFAELLA GIORDANILE METAMORFOSI
22 - 24 gennaio 2015
vernice giovedì 22 gennaio, 18.30
Spazio Menomale
via De’ Pepoli, Bologna



La natura rinnova tutto e sostituisce incessantemente
una forma con un’altra. […] Ma attraverso queste mutazioni perpetue
di forma e luogo, la sostanza dell’essere rimane la medesima.
da Le Metamorfosi di Ovidio, Libro XV, II parte
Giovedì 22 gennaio alle 18.30, in occasione di Arte Fiera 2015, inaugura la mostra Le Metamorfosi di Raffaella Giordani, che sarà visitabile fino a domenica 24 gennaio presso Spazio Menomale a Bologna. 
Le opere scultoree di Raffaella Giordani rivelano un’attenzione autentica verso il mondo animale, e più in generale verso quello naturale, attraverso uno sguardo che si mantiene però sempre ironico e surreale. Quella della Giordani è un’arte plastica che racconta storie di mutazioni, da esseri arborei a creature animali e viceversa. Qui la coscienza di “divenire altro” è metafora dell’universo stesso, dove “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
I lavori in cartapesta, sapientemente costruiti da Raffaella Giordani, si integrano ai legni dalle forme più stravaganti, trovati dall’artista sulle spiagge adriatiche, nei boschi oppure sulle rive del lago di Suviana, nel bolognese. Residui della natura, spesso corrosi, poi completamente restaurati che costituiscono il vero e proprio scheletro di figure che sembrano fare parte di un mondo leggendario e fantastico, metà vegetale e metà animale, esplicitamente ispirato al poema epico Le Metamorfosi di Ovidio.
Come nell’opera del celebre poeta romano, dove ogni episodio sembra scaturire dall'altro, sia per analogia che per identità di contenuto, in una dimensione che si dilata potenzialmente all’infinito, così Raffaella Giordani sembra costruire una “mitologia per immagini”, dove queste sono strettamente connesse le une alle altre, e dove la trasformazione dei materiali diventa anche una riflessione sulla possibilità di recupero e riutilizzo, a favore del bello, di qualsiasi elemento naturale.
Attraverso l’associazione tra l’elemento ligneo e la sua derivazione cellulosa ossia cartacea, l’artista ha riscoperto la nobile e antica tecnica della cartapesta, che fin dal Rinascimento a Firenze era utilizzata per pitture a rilievo e sculture anche di grandi dimensioni, trovando poi nel Sud d’Italia la sua manifestazione più tradizionale.
Raffaella Giordani traduce con maestria la cartapesta in parti anatomiche di animali diversissimi tra loro: dal tucano all’alce, dal cane al polipo, dal bufalo fino al serpente, ognuno dei quali risulta quasi cristallizzato in una posa plastica derivata anche dalla morfologia dei legni che li definiscono. Creature sospese nel tempo, fino alla prossima metamorfosi.
Sabato 24 gennaio, nell’ambito di Art City White Night, la mostra resterà aperta fino alle ore 23.30.
RAFFAELLA GIORDANI
LE METAMORFOSI

Spazio Menomalevia De' Pepoli 1/a40125 Bolognagiovedì 22 gennaio 18.30-21.00venerdì 23 gennaio 16.00-20.00
sabato 24 gennaio 10.00-12.30 | 16.00-23.30


Fragile Show con debiti e gratitudine a Il soccombente di T. Bernhard

Teatro dell’Orologio
Stagione teatrale 2014|2015
What’s the Time?
dal 20 gennaio al 1 febbraio 2015
SALA GASSMAN
Fragile Show


con debiti e gratitudine a Il soccombente di T. Bernhard
 con Andrea Trapani
scritto e diretto da Francesca Macrì e Andrea Trapani
costumi Isabella Faggiano
disegno luci Mirco Maria Coletti
dal martedì al sabato ore 21.15 | domenica ore 17:45
prezzo unico: 10 euro


Fragile Show chiude la trilogia della Compagnia Biancofango sul tema dell'inettitudine, cominciata nel 2006 con In punta di piedi, e proseguita nel 2007 con La Spallata. Fragile Show debutta nel 2009: si tratta di una drammaturgia originale liberamente ispirata a Il soccombente di T. Bernhard.
Il testo inizia proprio dove le pagine di Thomas Bernhard terminano. In preda ad una febbrile eccitazione, Mastino-Werthaimer decide di organizzare una festa con i suoi vecchi compagni di conservatorio, quella che più banalmente e più comunemente si definirebbe: una festa d’artisti. Seduto su una panchina, ai bordi della festa come ai bordi della vita, Mastino osserva, ragiona, si dilania. Sente gli odori di tutto quello che lo circonda. I rumori, le voci amplificate si mescolano, forse mostruosamente, alle risate, alle grida eccitate, al chiacchiericcio inutile. I volti dei suoi ex-compagni, nel corso di una lunga, lunghissima notte, assumono forme curiosamente grottesche, straniati e stranianti guardano di tanto in tanto ‘l’uomo della panchina’ come una singolarità, un’anomalia.
Due atmosfere, quasi due tempi s’incrociano in questa notte: d’un lato il tempo rapido, eccitante e frivolo della festa, dall’altro quello lento, quasi immobile, e straziante della panchina da cui Mastino guarda lo spettacolo. Se fosse per lui, questi due tempi non s’incontrerebbero mai.
Fragile Show nasce da quest’esigenza e dalla lettura appassionata, costante e carnivora di Thomas Bernhard. Un’operazione che per noi ha significato la rielaborazione di una commozione e la creazione di un percorso, drammaturgico e scenico, che se da un lato sente, intimamente, il debito e la gratitudine a Bernhard, dall’altro ha avvertito, sin da subito, l’urgenza di allontanarsene e di camminare con le proprie gambe.